Sono sempre di più le auto aziendali dotate di scatola nera: a fine 2014 erano circa 75 mila, il crescita del 53% rispetto all’anno precedente. Ma come vengono gestite le informazioni raccolte da queste black box?
Il tema è delicato, visto che manca ancora di regole definite ed è “triangolare” (tra la società cui fa capo il lavoratore, quella di noleggio e una terza incaricata di raccogliere i dati).
Comportamento del conducente.
Al momento infatti, le aziende che affidano l’auto a un dipendente possono ottenere i dati registrati dalle scatole nere con le indicazioni relative non solo allo stato del veicolo e agli eventuali incidenti, ma anche al comportamento del conducente.
Questione (anche) di privacy.
L’utilizzo di queste informazioni rientra però nel rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente regolato dallo Statuto dei lavoratori e degli accordi sindacali. Resta comunque il fatto che negli ultimi tempi, proprio sulla base di quanto rilevato dalle black box, non sono mancate lettere di invito delle aziende ai propri dipendenti per osservare standard di guida più corretti.