Tutto da rifare. La mobilità in Italia non funziona e va riorganizzata da capo. Lo dicono i numeri: 850 euro l’anno spesi da ogni famiglia per coprire il costo sociale degli incidenti stradali; tre giorni all’anno persi nel traffico; cinque miliardi di euro risucchiati dalla congestione nelle sei città più popolate. Lo studio della Fondazione Filippo Caracciolo e del Centro Studi ACI, “Muoversi meglio in città per muovere l’Italia”, non è affatto tenero con il nostro paese e per ridurre lo squilibrio modale propone propone un intervento mirato sui costi di congestione. L’auto è sempre il mezzo più utilizzato (59% delle persone contro una media europea del 35%) e questo costa caro alla comunità. Solo a Roma si spendono per la congestione più di due miliardi di euro ogni anno ovvero 1.005,91 euro per ogni automobilista; 722,75 euro per ogni utente del trasporto pubblico.
Per migliorare occorre mettere insieme una serie di ingredienti: promuovere il car sharing (possibilmente con veicoli elettrici, ibridi o a metano) ed il bike sharing, e d’altra parte il trasporto pubblico ha bisogno di essere rilanciato. Siamo indietro: nel triennio 2008-2011 gli investimenti nei trasporti urbani sono crollati del 26%. La rete metropolitana è tra le meno estese d’Europa (Milano, 92km, è al 14esimo posto; Roma, 41,5km, è in fondo alla classifica).
La mobilità urbana del terzo millennio ha bisogno di strumenti di infomobilità, pertanto gli investimenti finanziari in questo settore devono essere consistenti perché possono portare notevoli benefici (-10% di consumi ed emissioni; -20% di tempi di viaggio; -50% delle code). “Le principali città italiane sono belle ma invivibili – dichiara Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia – e pagano un altissimo spread-mobilità nei confronti degli altri centri europei a causa di traffico, incidenti e inquinamento.La ricetta dell’ACI è un progetto speciale nazionale per la mobilità urbana: 50 miliardi di euro in 10 anni, nuove regole, controlli efficaci e incentivi per le amministrazioni virtuose. L’80% dei fondi dovrà essere destinato a colmare lo spread infrastrutturale e di offerta del nostro trasporto urbano pubblico, il restante 20% coprirà gli investimenti per la messa in sicurezza dei punti critici, la promozione di servizi di car e bike sharing, il rinnovo del parco veicolare con l’introduzione di veicoli elettrici, la realizzazione di piste ciclabili e l’introduzione di tecnologie per la smart mobility”.